09 luglio 2012

Corto Sconto. 7 itinerari per 7 giorni. #6° giorno

6° itinerario: PORTA DEL COLORE

Quando un raggio di sole, 
da un cielo coperto, 
cade su un vicolo squallido, 
è indifferente che cosa tocca: 
il coccio di bottiglia per terra, 
il manifesto lacerato sul muro, 
o il lino biondo della testa di un bambino. 
Esso porta luce, porta incanto, 
trasforma e trasfigura. 

Hermann Hesse



7 itinerari per 7 giorni: lo speciale sulla Venezia nascosta di Corto Maltese, seguendo la guida Corto Sconto, sta giungendo al termine. Ancora due magnifici percorsi da annotare e tenere stretti: oggi è la volta della PORTA DEL COLORE. Partenza dal famoso ponte in legno dell'Accademia, dove daremo il via alla scoperta della pittura veneziana, attraverso gli interni della Madonna della Salute ricordando la celebrazione della famosa festa a cui dà il nome il 21 novembre, fino alla Giudecca e i suoi giardini esotici, per rifugiarsi ad ammirare un meraviglioso panorama dal campanile di San Giorgio
L'itinerario proposto di seguito è un estratto esclusivo di "Corto Sconto. La guida di Corto Maltese alla Venezia nascosta" di Guido Fuga e Lele Vianello, che è già stata apprezzata da quasi 100.000 persone e di cui vi offriamo qui uno scorcio.
La mappa del 6° itinerario è scaricabile a questo link


Battello linea 1 – Accademia 

Scendiamo davanti al grande ponte di legno (dell'Accademia) dal quale si gode una bellissima vista. 
Un tempo era fatto di ferro e, come molti dei ponti metallici che incontrerete in città, venne costruito dagli austriaci al tempo della loro occupazione. 

Alla fondazione dell’Accademia di belle arti, alloggiata nel monastero dei Canonici Lateranensi, potremo ammirare esempi meravigliosi del senso del colore che ha caratterizzato tutta la pittura veneziana: Bellini, Giorgione, Tiziano, Veronese, Tintoretto, Tiepolo, Canaletto, Guardi, lo straordinario ciclo dedicato a sant’Orsola da Vittore Carpaccio e il nostro quadro preferito che illustra la vita quotidiana sul canal Grande, Il miracolo della reliquia della croce


Per quanto riguarda l’arte in generale invece, è interessante ricordare come a Venezia, a differenza di quello che accadeva in altre città, la poesia non abbia mai avuto una fioritura. Alla fine del Quattrocento era uno dei più importanti centri librari di tutta Europa e qui, praticamente, venne inventato il libro moderno, ma bisognerà aspettare il Settecento, con la decadenza, per trovare autori di buon livello quali Goldoni, Gozzi, Baffo, Da Ponte e Casanova

A Venezia c’è sempre stato il dominio dell’immagine, delle arti plastiche, dell’architettura, della moda e del colore, della luce che domina il paesaggio e avvolge tutto in una visione panteistica del reale. 

Di fronte alla fontana della piscina Venier poi detta Sant’Agnese, una casa con una Madonna sulla facciata ci ricorda che qui ebbe origine la terribile epidemia di peste del 1630

Prendiamo la calle della chiesa di campo San Vio in cui, verso la fine, si trova la galleria laboratorio Multigraphic che ha visto nascere le due cartelle grafiche di Hugo Pratt
quella dei granatieri inglesi e quella di Corto Maltese

Passiamo accanto alla casa di Peggy Guggenheim, la famosa collezionista americana di arte moderna che era stata anche sposata con Max Ernst 
e che qui ha raccolto una bellissima e imperdibile collezione.

Oltrepassato ponte San Cristoforo ci troveremo davanti il campiello Barbaro 
che è veramente incantevole.

Giungiamo così davanti al grandioso tempio di Baldassarre Longhena dedicato alla Madonna della Salute: qui anticamente sorgevano un monastero e una chiesa dedicata alla santissima Trinità, che nel 1256 furono donati dalla Serenissima all’ordine dei Cavalieri Teutonici
per l’aiuto ricevuto contro i genovesi. 
Sembra che l’ispirazione per il disegno di questa chiesa sia venuto da un’immagine del tempio di Venere Physizoa presente nell’opera di frate Francesco Colonna: l’Hypnerotomachia Poliphili (biblioteca Marciana), un riferimento all’umanesimo rinascimentale come legame sincretico fra la madre pagana e quella cristiana, in una sorta di protocristianesimo ideale. 
Ai lati della scalinata, dall’acqua emergono due angeli

Il 21 novembre di ogni anno si celebra la festa della Madonna della Salute e, per facilitare il pellegrinaggio della cittadinanza che qui affluisce in massa, si costruisce un ponte votivo su chiatte che parte da Santa Maria del Giglio, o Zobenigo, e tutt’intorno alla chiesa si allestiscono bancarelle di candele e di dolci per la gioia dei più piccoli. 

Continuiamo per la fondamenta in cui, dal Quattrocento, aveva sede la dogana della Serenissima: qui si scaricavano le merci arrivate via mare da paesi lontani e si pagavano i dazi. 
Una seconda dogana per le merci che arrivavano dalla terraferma si trovava a Rialto.

Costeggiamo gli antichi magazzini del sale, qualche volta usati come spazi espositivi.

Attraversiamo il ponte di Ca’ Bala’ ed ecco che ci rendiamo conto di un altro segreto: il nome del ponte non viene da una qualche famiglia Balà che non è mai esistita a Venezia, né dai depositi di baccalà che qui si trovavano, come sostengono alcuni, ma viene proprio da cabala. Giù per la fondamenta di Ca’ Bala’, nella prima calle, abitò per cinquant’anni il poeta Ezra Pound. A fianco di campo Sant’Agnese, Corto incontrò il manipolo di fascisti guidati da Stevani e Gabriele D’Annunzio nella Fiaba di Venezia

Accanto al mitico ponte dei Pugni, sosta un bel barcone che funge da banco di frutta e verdura. Il nome di questo ponte ricorda l’antica usanza di praticarvi, da settembre a Natale, dei combattimenti tra le due fazioni della città: quella dei castellani, gli abitanti del quartiere di Castello, e quella dei nicolotti, della parrocchia di San Nicolò dei Mendicoli, una delle più povere di Venezia. 
Salendo sul ponte vedremo quattro sagome di marmo a forma di piede, negli angoli dove si sistemava- no i contendenti per iniziare l’incontro. Non esistevano parapetti, quindi capitava spesso che qualcuno volasse nel canale scatenando le risa e lo scherno del pubblico che si raccoglieva nelle due opposte fondamenta. 

Arriviamo così in campo San Trovaso dove, un giorno, 
Corto conversò con la comunità dei gatti di Venezia. 

Affacciato su rio San Trovaso c’è uno dei più bei giardini della città, appartenente a Palazzo Brandolin e ora sede dell’Università degli Studi. 

Percorriamo fondamenta Nani, che passa accanto al bellissimo squero dove vengono restaurate le gondole, un angolo davvero pittoresco. 

Tornati sulla fondamenta delle Zattere prendiamo il battello della linea numero 82 per andare all’isola della Giudecca, che si trova proprio di fronte. Scenderemo accanto alla chiesa dei Gesuati, al cui interno gli affreschi del Tiepolo sono da non perdere. 
Anticamente l’isola era chiamata “spina longa”, sembra per la sua forma allungata, poi divenne Giudecca dal toponimo Zudeca. I giardini e gli orti sono la vera caratteristica di questa lunga isola in cui si coltivavano piante rare ed erbe medicinali provenienti dalle più remote contrade del globo. 

Zudeca: 
luogo per la concia delle pelli. 
Toponimo diffuso in Istria. 

Qui, nel 1592, si stabilì Michelangelo Buonarroti per sfuggire al tedio delle cerimonie e della mondanità veneziana.

Un’altra incredibile figura che approdò sull’isola nel 1788 fu Vincenzo Balsamo, più noto come Cagliostro, che arrivò in compagnia della sua splendida moglie, fingendosi il marchese Pellegrini. Qui esercitò per un breve periodo i suoi prodigi, ma avendo suscitato la curiosità e l’interessamento dell’Inquisizione, dopo poco partì per altri lidi. 

Qui si trovavano anche gli studi cinematografici della Scalera Film (vi girarono fra gli altri Il ladro di Venezia e alcune scene di Senso di Visconti).

L’oratorio delle Convertite che qui si trova raccoglieva ex prostitute e peccatrici con la caratteristica comune di essere tutte pentite (ora è sede del carcere femminile).


Disegno di Geoffrey Humphries
Dopo essere sbarcati, dirigiamoci a destra: dopo pochi metri ci troveremo a passare sotto le finestre della casa del pittore inglese Geoffrey Humphries, amico di Hugo Pratt, sede di un loro primo studio in comune. Lasciata quest’oasi, dove veniva a rifugiarsi il vecchio Mitterrand quando era ospite da amici qui alla Giudecca, torniamo di nuovo nella fondamenta.
Prendiamo in seguito il battello per l’isola di San Giorgio. Questa, sorta come luogo di studio per i benedettini, era anticamente detta “Isola dei cipressi”: dopo la costituzione della Fondazione Giorgio Cini negli anni Cinquanta ha ripreso a essere un centro votato alla ricerca. 

La chiesa di San Giorgio è anch’essa opera del Palladio. In pratica, l’isola allinea tre costruzioni realizzate su suoi disegni: la chiesa del Redentore, la chiesa delle Zitelle e quella di San Giorgio. 



Scopri gli itinerari precedenti di Corto Sconto7 itinerari per 7 giorni

PORTA DELL'AVVENTURA
PORTA DEL MARE
PORTA D'ORIENTE
PORTA DELL'ORO
PORTA DELL'AMORE

Domani non mancate l'appuntamento con la PORTA DEL VIAGGIO, l'ultimo itinerario della guida veneziana di Hugo Pratt che prevede un'immersione nella magia e nelle leggende delle isole della laguna.


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